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Concept

La mostra curata da Andrea Ciotti è uno sguardo sul laboratorio dell’architetto, designer e professore italo svizzero degli ultimi anni. Blumer presenta una serie di oggetti e scritti da lui realizzati che ne rappresentano la complessa attività tra le varie discipline. Gli oggetti, che lui definisce “luminosi”, costruiscono delle istallazioni che in modi diversi mettono in scena la sua capacità di costruzione sui temi della struttura, dell’ottica e della geometria. Le “Anime” pronunciano frasi leggibili sul retro del loro contenitore di vetro grazie all’assenza di rifrazione della luce tra il liquido e le statuette di vetro contenute, i “Danzatori” volteggiano torcendo colori in figure di legno e alluminio grazie alla geometria dell’amatissimo paraboloide iperbolico e le “Conchiglie nomadi” stampate in rilievo su fogli trasparenti sono traccia delle belle spiagge estive e dei molluschi inventori che le hanno costruite prima di abbandonarle, illuminate ora da una candela. Parallelamente la mostra espone la produzione dei primi quattro “Quaderni di Riccardo Blumer” editi da Corraini, nuova serie dell’importante editore d’arte e design che ci ha abituato da molti anni alle sue produzioni di grande qualità. Nei primi Quaderni (Danzatori, Matrix, Via Spiga, Eclittiche), Blumer traccia i fili rossi tra l’insegnamento, l’architettura, lo studio, i viaggi e il design. I suoi lavori realizzati con gli studenti dell’Accademia di architettura di Mendrisio dell’USI (in mostra anche un esercizio recente), si alternano ad allestimenti, architetture, oggetti e storie come per fare ordine in questi continui rimbalzi tra diverse discipline che fin dai tempi del Compasso d’Oro alla Laleggera Blumer ci ha abituato a distrarci da quelli che credevamo fossero percorsi definiti. Ricordiamo con piacere le conferenze alla “Blumerandfriends” che in periodi di grande fermento professionale per l’autore hanno meravigliato tanto pubblico realizzate per conservare e allenare nella stessa professione il bisogno estremo di conoscenza come palestra alla creatività. Da allora Blumer si è dedicato sempre di più all’insegnamento all’università di Mendrisio partecipando tra l’altro, alla Biennale di architettura di Venezia e Seoul. Forse spaventato dal recente impoverimento della ricerca nelle aziende del design questi oggetti esposti, realizzati nel suo ex Oratorio di Casciago vicino a Varese, ci richiamano alla voglia della meraviglia costruttiva espressa in piccole “serie” semi-industriali che hanno la forza di riaprire anche per noi temi alla “Blumerandfriends”. Temi di cui noi, troppo anziani o troppo preoccupati per essere ancora studenti, non abbiamo occasione di allenare. La passione che l’autore dimostra attraverso la sua creatività ci permette di credere e aver fiducia in un mondo d’amore per la ricerca pura anche per quei campi del design che erroneamente crediamo esclusivamente produttivi.

Accompagnano la mostra e i Quaderni Corraini note e testi di A. Meda, M. Botta, A. Colonetti, A. Rui, L. Galimberti, A. Ciotti, M. Barbierato, F.  Oswald, M. Pirola, R. Stauffacher, V. Sieni, C. Broggi, T. Arnaboldi, P. Mazzo, B. Gervasoni e A. Stocchi.