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Concept

29 febbraio – 7 aprile

A cura di Mario Trimarchi

Prodotta da ADI Design Museum

La mostra “The New Poetic Activism” si propone di raccontare una storica collaborazione tra creatività e industria che da sempre caratterizza il Made in Italy, attraverso la testimonianza di 17 designer italiani, attenti alla ricerca di nuove poetiche espressive, spesso indipendenti dalle logiche commerciali del prodotto.

Un gruppo inconsueto di designer, diversi per generazione e approccio progettuale, che trova una comunione d’intenti nel raccogliere i frammenti di un discorso poetico volutamente sincopato, che ha originato progetti semplici, ermetici, sognanti e disubbidienti, comunque sempre dissonanti.

DESIGNER IN MOSTRA

Andrea Anastasio | Federica Biasi | Francesco Binfaré | Andrea Branzi | Maddalena Casadei | Lorenzo Damiani | Michele De Lucchi | Francesco Faccin | Formafantasma | Marta Laudani | Giovanni Levanti | Francesco Librizzi | Raffaella Mangiarotti | Francesco Meda | Elena Salmistraro | Valerio Sommella | Paolo Ulian

La mostra si chiede se è ancora attuale quell’attitudine tutta italiana a ricercare territori di progetto inesplorati, in autonomia rispetto al mondo della produzione. Storicamente il design nel nostro paese si è posto, oltre che come professione al servizio dell’apparato produttivo, come voce critica nei confronti dell’industria. “Da sempre questo instancabile attivismo poetico ha ricercato alfabeti che andassero oltre la funzione.” Continua il curatore della mostra, Mario Trimarchi, “gli oggetti in mostra rappresentano la ricchezza di questo atteggiamento progettuale: alcuni si svelano istintivamente, altri appaiono nella caligine, altri dentro l’arcobaleno, alcuni sono silenziosissimi, altri ancora così densi di significati che ogni volta che li si guarda ci si smarrisce nell’imprevedibile.”

Quest’attitudine sollecita una riflessione critica sulla relazione tra le persone e gli oggetti, tra le cose e le case. Per quella parte di mondo che ha già tutto e che si interroga sulle responsabilità etiche connesse alla moltiplicazione dei prodotti, sarebbe urgente approfondire il significato dei nuovi oggetti poetici, che ci sembra vogliano essere forse pochi, forse eterni, forse inevitabili.

La mostra intende quindi individuare gli scenari e le direzioni possibili in cui l’attivismo poetico del design italiano potrebbe ridisegnare sorprendentemente l’abitare del prossimo futuro, ipotesi racchiuse in un volume, edito da ADI Design Museum, a testimonianza dell’intuizione comune di questo gruppo eterogeneo di designer del nostro tempo.

“Il disegno industriale” commenta Luciano Galimberti, presidente ADI, “ha sempre lavorato a coniugare razionalità costruttiva e sensazione, funzione e bellezza. Questa mostra vuole esplorare la strada che negli anni relativamente recenti si è aperta alla vocazione poetica di molti significativi designer italiani: un’esigenza specifica da sempre presente genera oggetti che sono più che mai compagni di vita e sorgente di idee insieme, ma al di là della funzione.”

Seguendo l’intento del museo di promuovere l’eccellenza del design italiano all’estero, la mostra dei 17 attivisti/designer approderà in novembre in Algeria, come altre mostre di produzione del museo al momento in tour internazionali in Europa, Asia e Stati Uniti.

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